giovedì 1 ottobre 2015

In Italia disoccupazione in calo, ma non quella giovanile. Sanità, ira delle Regioni

Ancora un segnale positivo per l'economia italiana, forse il più atteso. È quello sull'occupazione che, come certifica l'Istat, sta lentamente tornando a crescere. 
Il tasso dei senza lavoro in Italia, ad agosto 2015, si è attestato all'11,9%, in calo per il secondo mese consecutivo e ai livelli minimi dal febbraio del 2013. La flessione è di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,7 punti rispetto ad agosto 2014. Segnali positivi anche per la crescita deglioccupati: dopo il +0,1 e il +0,3% di giugno e luglio, ad agosto la stima degli occupati è cresciuta di un altro 0,3% con un incremento di 69 mila unità. Purtroppo a spegnere il sorriso c'è il dato sulla disoccupazione giovanile ancora altissima al 40,7% e in crescita di 0,3 punti.
Il premier Renzi comunque esulta e vede nei dati l'effetto della sua riforma del lavoro. «In un anno più 325mila posti di lavoro - scrive su twitter - Effetto #Jobsact”. Renzi fa notare come la ripresa sia finalmente iniziata: «In questa prima fase avevamo come scopo portare l'Italia fuori dalle sabbie mobili e ora possiamo dire: missione compiuta. Un lavoro per passare dal segno meno a quello più in tutti i principali indicatori, dal Pil fino agli occupati».  Le opposizioni contestano l'ottimismo di Renzi. «Nonostante Jobs Act e decontribuzione - accusa Brunetta di Forza Italia - rispetto ad un anno fa abbiamo più giovani inattivi e solo un impercettibile aumento degli occupati».  Il primo ministro ha anche aperto alla possibilità di modificare le misure che fissano le condizioni di appropriatezza per 208 esami clinici. «Se c'è da cambiare qualcosa nel provvedimento approvato qualche settimana fa sull'appropriatezza delle cure, siamo pronti a farlo - ha assicurato - anche perché non dobbiamo dare l'impressione ai cittadini che si tagliano le cure». Il premier ha anche sottolineato l'aumento del finanziamento del Fondo sanitario che dai 110 miliardi del 2015 passerebbe «nel 2016 a 111 miliardi». Un aumento che le Regioni però continuano a giudicare insufficiente.  Presto intanto i lavoratori potranno sapere quale sarà il peso del loro assegno pensionistico al momento di lasciare il lavoro. Il presidente dell'Inps Tito Boeri ha infatti annunciato che «tra due o tre settimane» l'Inps invierà a domicilio ai lavoratori la busta arancione per la simulazione della futura pensione.  


Nessun commento:

Posta un commento